Caro biglietti: proteste italiane o proposte tedesche?

25.10.2023 17:00 di  Stefano Severi  Twitter:    vedi letture
Caro biglietti: proteste italiane o proposte tedesche?

Domenica sera ha fatto piuttosto scalpore la coreografia della Curva Sud del Milan contro il caro biglietti. Il messaggio era: "Settore ospiti, fissare un tetto al prezzo del biglietto" (in foto). Il tema è molto importante, ha a che fare con il calcio inteso ormai come un lusso o un business e non più come uno sport popolare e ogni discussione sul merito in Italia è nata sempre morta. Ad inizio campionato la Juventus aveva addirittura fatto un comunicato stampa sul tema proponendo un tetto di 45 euro al settore ospiti, proposta ovviamente caduta nel nulla. Così, domenica sera, i bianconeri al Meazza per il settore ospiti sono stati costretti a sborsare 60 euro e purtroppo non si tratta di un caso isolato. Di più: il problema non è relativo ai soli settori ospiti ma a tutti i settori dello stadio.

Perché c'è questo problema in Italia? Perché gli incassi da botteghino sono fonte imprescindibile per le casse spesso disastrate di tantissime società di calcio italiane che non hanno mai saputo trovare vere forme alternative di finanziamento, con l'ovvia esclusione del presidente-mecenate. Questo aspetto è emerso chiaramente in tempo di covid quando gli incontri a porte chiuse hanno mandato sul lastrico tante società, non ultima l'Inter che in Italia ha il poco invidiabile record del passivo più alto di tutte le società sportive. Quindi il tifoso non è parte dello spettacolo bensì una mera fonte di incasso, qualcuno da spremere il più possibile.

Poi arrivano le meritorie prese di posizione, come quella dei tifosi del Milan, ma al di là delle proteste quando anche in Italia si passerà alle proposte?

Quali proposte? Guardiamo come al solito alla Germania e all'associazionismo tedesco del quale il nostro St Pauli è sempre capofila. In questo articolo (link) avevamo illustrato i prezzi massimi degli abbonamenti alle principali squadre tedesche: realtà lontane anni luce dall'Italia e prezzi enormemente più bassi in ogni settore, veramente popolari. Non è un caso che in tantissime associazioni sia quasi impossibile trovare abbonamenti disponibili: il tifoso, anzi il socio, fa parte della famiglia e la percentuale di rinnovo degli abbonamenti esistenti è superiore al 90% (fino al 99% di Dortmund). E le liste d'attesa, ancora una volta riservate ai soci, sono lunghissime, quasi infinite. Il Sankt Pauli ha una lista di attesa per gli abbonamenti di oltre 10.000 soci, solo un esempio, mentre lo stadio il Millerntor (link) rifatto solo pochi anni fa, è diventato troppo piccolo, oltre 30.000 gli spettatori. 

Va bene, i prezzi sono più bassi, ma perchè in Germania è possibile e in Italia sembra fantascienza? Una sola ragione: associazionismo. Lo abbiamo spiegato più volte: l'associazionismo è l'antitesi del calcio inteso come business, come spettacolo. L'associazionismo aggrega, crea un legame profondo tra associazione (e squadra che scende in campo) e soci/tifosi e innesta un circuito virtuoso che aumenta l'interesse generale, richiama sponsor e genera sempre nuove entrate.

La dimostrazione di tutto questo l'ha data il Fortuna Düssseldorf che sabato scorso, contro il Kaiserslautern (ve ne avevamo parlato qui) ha disputato la prima delle 3 partite stagionali completamente gratuita per i tifosi sugli spalti. E gli spettatori erano "solo" 54.000, si parla di serie B in Germania. In accordo ovviamente con la Lega Calcio tedesca, hanno scelto di puntare per tre gare a sostituire il fatturato del botteghino con quello proveniente da nuove sponsorizzazioni. Ovviamente il tutto esaurito (e una fantastica prestazione in campo, con vittoria e rimonta da 0-3 a 4-3) oltre alla diretta televisiva in chiaro che ha portato altri milioni di spettatori davanti ad uno stadio pieno, altri sponsor ed anche spettacolo. 

Immaginate ora di essere uno sponsor e all'improvviso il vostro banner, il vostro spot o il vostro marchio viene improvvisamente visto o ascoltato da milioni di persone in più: vi cambia qualcosa? Decisamente sì. Ed è proprio quello che è accaduto: nuove entrate, alternative al botteghino e parallele a quelle proveniente dai servizi da stadio (bar e ristoranti), player trading e entrate dei soci, sono arrivate a Düsseldorf.

Sia chiaro: è solo un esperimento pilota e nel corso di questo campionato ci saranno altre due partite gratis (una di queste proprio con il St Pauli). Però questa è la vita. La proposta dell'associazionismo tedesco è (ri)mettere il tifoso al centro, (anche) facendolo entrare senza pagare allo stadio, mentre la protesta italiana è una semplice presa di posizione degli ultras.