"I vostri soldi di merda non sono sufficienti". Parola di Uli Hoeneß.

Sì, lo sappiamo già quello che vorreste dire dopo aver letto questo articolo: Uli Hoeneß, con la sua condanna passata in giudicato per evasione fiscale e i suoi quasi tre anni di carcere, apparentemente non sembrerebbe la persona migliore per parlare di bilanci e moralità. Forse è vero, Hoeneß ha sbagliato nei confronti della collettività e ha pagato. Duramente. Con una pena inimmaginabile in Italia. E si è in qualche modo redento, riacquistando la piena parola.
Nel corso di un podcast nei giorni scorsi Hoeneß ha parlato del ruolo degli emiri nel calcio europeo, in particolare Manchestern City e Paris Saint Germain. Forse facilitato dal contesto informale del podcast e dal fatto di non ricoprire più alcun ruolo di primo piano (è solo presidente onorario), Hoeneß ha spiegato a modo suo che il denaro non è l'ingrediente magico per rendere un club vincente in Europa: "I vostri soldi di merda non sono sufficienti" ha esclamato, rivolgendosi appunto a City e PSG.
"Cosa hanno vinto? Finora non hanno vinto niente - ha spiegato ancora - i due club non hanno vinto una sola Champions League, nemmeno una!" Poi è arrivata una domanda provocatoria, circa le possibiliti similitudini tra lo stesso Hoeneß e il boss del club qatariota Nasser Al-Khelaifi del PSG. "La differenza è che io ho lavorato duramente per i soldi mentre a lui sono stati dati in dono", ha detto il presidente onorario. E il PSG continuerà a perdere contro il Bayern. "Non sempre, ma a volte - chiosa Hoeneß - Quello deve essere l'obiettivo. Se vinceremo contro di loro, sarò davvero felice!".
Poche parole, a tratti molto forte, ben esemplificative della differenza di vedute del calcio in Germania - dove il nostro Sankt Pauli è uno dei principali alfieri della difesa della tradizione - e il resto del mondo, purtroppo Italia compresa, dove si è esposti ai capricci del capitale.