Grazie Campo Aperto. Ora al lavoro (insieme) per una base popolare

05.10.2021 10:02 di  Luca Bolli   vedi letture
Grazie Campo Aperto. Ora al lavoro (insieme) per una base popolare

Abbiamo salutato il Campo Aperto Festival nella serata di domenica, dopo aver discusso in modo costruttivo con molte persone, aver portato la nostra visione di calcio e sport popolare alle molte realtà invitate e intervenute nella bella location della Fabbrica del Vapore di Milano ed essere intervenuti in due panel su “calcio e tifo” e su “inclusione e calcio femminile”.
E siamo felici di aver fatto questa esperienza e di aver potuto incontrare tante persone che, nonostante le diverse fedi calcistiche, hanno una comune visione dello sport: popolare e inclusivo, inteso prima di tutto come un diritto, paritario e come un mezzo di integrazione e sviluppo.

Nella serata di sabato ci siamo dilungati – anche un po' troppo, ma l'occasione lo meritava – sull'universo sportivo targato “Sankt Pauli” in particolare e sul modello tedesco in generale. Con l'amico Giuseppe Ranieri di Sport Popolare abbiamo guardato alle “Curve Pericolose”, quelle che, come recita l'omonimo libro di Ranieri scritto a quattro mani con Matthias Moretti, tra “antagonisti, sovversivi e antifa minacciano il potere”. Tra queste non poteva mancare quella dei Pirati di Amburgo, che negli anni ha creato un universo sportivo, non solo basato sul calcio, davvero sui generis: battaglie, conquiste, rivoluzioni, decisioni, scontri politici, ideologici e sociali e soprattutto visioni ed interpretazioni della realtà che hanno letteralmente fatto esplodere l'associazionismo sportivo braun-weiss e dato un contributo fondamentale a tutto l'ambiente sportivo tedesco.

Domenica pomeriggio è stata la volta di un'altra bella chiacchierata con la Minerva Milano, una realtà che fa del calcio femminile e del calcio integrato una mission fin dal 2016: anche con Francesca Babusci, rappresentante della SSD MiMi, si è discusso ovviamente delle conquiste del modello Sankt Pauli in fatto di integrazione e sport femminile, puntando anche questa volta l'attenzione su un punto che riteniamo essenziale per poter iniziare a parlare di sport popolare.

Non c'è stato infatti incontro, conoscenza, stretta di mano, scambio di esperienze in cui il direttore di Tuttostpauli non abbia sottolineato l'importanza della base associativa. Anche dopo aver guardato il bellissimo documentario “Cap20100” del regista Paolo Marelli, abbiamo più e più volte ripetuto il concetto: va bene il calcio popolare e sono encomiabili tutti i progetti, molti dei quali milanesi come la stessa Minerva o il celebre Sant'Ambroeus Fc, o ancora l’Ardita Giambellino, la Brigata Dax, il Partizan Bonola, ma deve essere fatto di più e meglio in direzione dello sport popolare, di una base che includa sport di ogni genere, dal ping pong, alle bocce, dal volley, al tennis, dal ciclismo al triathlon e così via. Ogni realtà secondo le proprie predisposizioni e capacità, ma tutti verso un allargamento della base popolare, in senso democratico, inclusivo e integrativo.

La vera forza dello sport popolare è questa. L'unione fa la forza e la diversità crea le condizioni per un sistema più florido, stabile, influente e autorevole per farsi poi valere nell'ambiente in cui opera, sia a livello di istituzioni che di federazioni.
Abbiamo salutato il Campo Aperto Festival nella serata di domenica consapevoli che i nuovi incontri di Milano hanno fatto nascere collaborazioni ed esperienze che daranno i loro frutti nel tempo. Bravi e grazie a tutti: bravi gli organizzatori (AltroPallone, The Pitch e Calci: Comunità Resilienti) e bravi a tutti gli intervenuti; avanti così verso uno sport differente.


Viva lo sport popolare e forza Sankt Pauli!