Ottima Italia maschile, seconda agli Europei di Rugby a 7. Una stella svetta su tutti: Clara Tauschek

Davanti a oltre 1.500 spettatori, con giornate splendide, organizzazione perfetta e un campo degno di un biliardo, si sono chiusi gli Europei di Rugby a 7.
Abbiamo potuto seguire la bella prova dei nostri ragazzi, arrivati in finale e sconfitti solo negli ultimi secondi per 14 a 7.
Abbiamo sfiorato una grande impresa, quella di battere la Francia. Le nostre Donne, invece, non sono andate oltre il penultimo posto: non sono apparse molto compatte né particolarmente coinvolte.
In ogni caso, le differenze con le grandi nazioni del rugby restano significative, con inglesi e francesi che organizzano tornei tutto l’anno, mentre la Germania sta cercando di colmare il divario.
Clara Tauschek è una nuova stella del rugby europeo: fortissima, bellissima e anche simpaticissima. Ama e pratica il rugby da oltre 12 anni, praticamente da quando aveva 10 anni.
Oggi gioca a 15 con lo Sport Club Neuenheim e a 7 con Heidelberg, città che forse conoscete per la più grande botte di vino d’Europa, per l’ex base americana o per la sua antica Università.
Proprio lì, Clara studia Sport ed Economia, si allena tre volte a settimana e nel weekend disputa regolarmente partite.
“Il Rugby a 15 è forza e passione, ma a 7 mi trovo molto meglio”, ci dice Clara. Sveltezza, fantasia, creatività, spettacolarità: così descrive la versione più dinamica del gioco. Per la prima volta le teutoniche hanno battuto la Francia, concludendo al sesto posto – risultato di cui vanno fiere.
“Stiamo facendo grandi progressi”, prosegue, “stiamo acquisendo molta esperienza, che non guasta mai”. Clara è stata anche invitata a giocare in Inghilterra con le Lionesse di Newcastle e in Francia. “Il rugby è stupendo, in entrambe le sue forme”.
A breve, le federazioni insieme al CONI tedesco organizzeranno le finali dei campionati nazionali, e saremo a Dresda per alcuni giorni. Sarà una sorta di mini Olimpiade che riunisce oltre 30 discipline sportive, in gran parte olimpiche.
Una manifestazione bellissima, che purtroppo in Italia non abbiamo. E non abbiamo nemmeno i campionati strutturati di Rugby a 7, né una rete di associazioni sportive di base che promuovano lo sport dal basso.
Quando sussurriamo a Clara che in Italia mancano persino le strutture di base per lo sport, lei ci guarda male, ci dà dei pazzi e non ci crede. E forse neanche noi ci crediamo, ma questa è la verità.
Una conversazione sull’associazionismo sportivo, anche in chiave tecnica, lascia Clara visibilmente colpita. “Il mio obiettivo ora è finire gli studi l’anno prossimo”, ci dice. “Poi vorrei andare in Nuova Zelanda o in Australia, per giocare e vivere il rugby là”.
Buon divertimento, e grazie Clara!