La grande anima sociale e sportiva del Babelsberg

29.09.2020 08:00 di  Flavio Villani   vedi letture
Flavio e Jens
Flavio e Jens
© foto di BG St Pauli

Lavoro e solidarietà. Questa è sempre stata la sua anima.

Jens Lüscher, vicepresidente dell’SV Babelsberg 03 per dodici anni, ci racconta la storia del quartiere e dell’associazione sportiva.

I primi abitanti di Nowawes erano protestanti boemi, che la Prussia accolse all’inizio del Settecento sia per la comune fede, sia per le conoscenze tecniche (erano maestri tessitori). Con l’andare del tempo i boemi si assimilarono ai tedeschi, ma il forte senso di comunità non venne mai meno e Nowawes rimase operaia, in contrapposizione alla vicina Potsdam, dov’era la residenza reale e dove vivevano burocrati e funzionari.

L’associazione sportiva Nowawes fu fondata nel 1903 per la pratica dell’atletica pesante. Il calcio arrivò solo due anni dopo. A metà degli anni Trenta l’SV Nowawes 03 raggiunse la Gauliga, l’allora massima serie tedesca. Nel 1938 il nome della squadra fu cambiato in SV Babelsberg 03 per cancellarne le origini slave e l’anno dopo il comune di Babelsberg fu accorpato a quello di Potsdam. Nel campionato ’43-’44 l'SV Babelsberg 03 si classificò terzo e giocò la sua ultima partita nella Gauliga il 4 marzo 1945.

Dopo la guerra la squadra fu rifondata con il nome di SG Babelsberg e alla fine degli anni Quaranta raggiunse la Oberliga, la massima serie della Repubblica democratica tedesca. Il migliore piazzamento che ottenne fu il quinto posto nel campionato ’53-’54 dopodiché le sue fortune sportive declinarono rapidamente. Jens riporta una voce secondo cui la squadra finì nelle serie inferiori per volere delle autorità politiche, preoccupate dal crescente seguito della squadra: lo stadio era troppo a ridosso del confine (e del muro, dal ’61) e impedire una fuga di diecimila tifosi sarebbe stato impossibile.

Lo stadio attuale fu inaugurato nel 1976. Fu costruito con il concorso di mezzi e uomini dell’Armata rossa e fu intitolato al comunista Karl Liebknecht. Porta ancora questo nome, caso più unico che raro nel mondo dello sport. I tifosi lo chiamano affettuosamente Karli.

Al Karli si affrontarono in amichevole il 23 settembre 1987 le nazionali Under-21 tedesco-orientale e italiana. Gli italiani scesero in campo con giocatori come Donadoni, Giannini e Vialli, in panchina sedeva Maldini padre.

Dopo la caduta del muro e la riunificazione della Germania, la squadra fu rifondata con il nome di SV Baberlsberg 03. I primi anni furono duri. Capitava che allo stadio ci fossero più giocatori che spettatori. Fu però allora che la solidarietà e l’antirazzismo divennero valori fondanti dell’associazione sportiva. Jens sostiene che questo risveglio sociale dipese sia dalla tradizione operaia di Babelsberg, sia dalla presenza di tante case occupate nella zona: molti degli occupanti erano in contatto con gli occupanti delle case sulla Hafenstraße di Amburgo e conoscevano il modello sportivo e sociale del Sankt Pauli.

Verso la fine degli anni Novanta l'SV Babelsberg 03 ha cominciato a salire di categoria e ora la prima squadra gioca stabilmente nella Regionalliga Nordost. Tra il 2010 e il 2013 ha disputato tre stagioni nella terza Liga.

Oltre alla prima squadra, esistono nell’associazione altre quattordici squadre di calcio che militano nei campionati dilettantistici, nonché sezioni di altre discipline, come il basket, il volley, gli scacchi e l’equitazione. L’associazione non organizza solo la pratica sportiva dei membri, circa 1500, ma partecipa anche a progetti sociali di integrazione degli immigrati, coopera con le scuole del quartiere ed è schierata in prima linea contro il neonazismo.

In Italia va ora di moda parlare di associazionismo sportivo, ma in realtà pochi sanno veramente cosa sia. Prima di parlare faremmo bene a imparare da realtà come quella dell'SV Babelsberg e del Sankt Pauli a fare associazionismo:

- non solo tifo, ma anche pratica sportiva;

- non solo calcio, ma anche altri sport;

- non solo sport, ma anche attività sociale sul territorio.