Sankt Pauli ed il rito di iniziazione

18.04.2022 20:46 di  Massimo Finizio   vedi letture
Sankt Pauli ed il rito di iniziazione

Emilio De Marchi (Candiana 1959) veneto come Marco Polo ma anche come Angelo Beolco detto il Ruzante, leggendario autore e attore di teatro padovano, si trasferisce come molti di noi verso altri lidi per immergersi in culture e lingue diverse seguendo la sua fantasia e immaginazione alla ricerca di nuove avventure ed esperienze di vita.

Emilio arriva a Sankt Pauli quartiere storico e centrale della città agli inizi degli anni 80 (dopo un intermezzo a Braunschweig dove studia germanistica e comincia a recitare in teatro) per entrare a far parte della compagnia stabile „Klecks Theater Hamburg“ oltre che a frequentare quasi subito come ospite la scuola superiore di Musica e Teatro con sede in città (oggi con oltre 1.300 studenti, ndr). 

Piano piano inizia a conoscere i vicoli del quartiere, che avevano battezzato precedentemente anche Alberto Sordi con i Magliari del 1959, nonché Sophia Loren nei „Sequestrati di Altona“ (da un soggetto di J.P.Sartre), diretto dal grande Vittorio de Sica e girato per la maggior parte sempre al porto di Sankt Pauli.

Da allora Emilio ha maturato una lunga, e ricchissima esperienza sia nel Teatro che nel Cinema  "saltando" dal palco teatrale al set cinematografico e televisivo quasi con "Grand jeté", una leggerezza e maestria da passo di danza

Tra i tanti film lo abbiamo ammirato nel capolavoro storico di Mel Gibson „La  Passione di Cristo“ come legionario romano terribile fustigatore di Gesù, nei „Demoni di San Pietroburgo“ (Dostojewsky) di Giuliano Montaldo nel ruolo del possente e disperato Gazin, ma anche tra gli altri nell'indimenticabile Ispettore Derrick, nei Promessi Sposi di S. Nocita, ancora in Papa Giovanni, nella Freccia Nera ed ultimamente anche in Romolus per Sky (ritratto in foto nel nosto articolo, ndr).

Personaggio poliedrico e spettacolare, Emilio ha molte anime e con una mimica e fisicità  perfetta si cala nel personaggio da interpretare come solo pochi sanno fare. 

Raccontaci il quartiere caro Emilio 

„Ci sono cose conosciute e cose sconosciute, di mezzo ci stanno delle porte“ (the Doors), ecco secondo me bisogna proprio partire da una porta particolare e cioè dal famoso posto di incontro (oggi uno dei migliori ristoranti italiani a Sankt pauli ed ad Amburgo), cioè „ il Cuneo“. Andavamo da Franco, Franco Cuneo il proprietario, la cui famiglia gestisce da generazioni il ristorante. 

A solo 100m dal porto era un crocevia di marinai, signorine in cerca di nuove esperienze, tipi particolarissimi e originali, vecchi lupi di mare, attori, lavoratori portuali, si vedevano tutte le classi sociali come un vestito di Arlecchino colorato ma al tavolo di Franco eravamo tutti uguali nel ridere, scherzare e condividere le storie del quartiere passate e presenti. In quelle lunghe notti suonavo spesso la chitarra cantando „Via del campo“, „Marinella“, „Confessioni di un malandrino“, il mitico Fabrizio De André, Branduardi al lume di candela in un silenzio carico di profonda nostalgia e felicità. Sensazioni profondissime e indimenticabili condivise soprattutto con i cari amici emigranti di allora...

Ho vissuto quindi al Cuneo il mio secondo battesimo o meglio la mia iniziazione alla vita e al diventare adulto, con Franco che dirigeva le danze tra una partita di calcio con la Primavera del Sankt  Pauli, svariati aneddoti sulle riprese dei magliari, girato anche nel suo locale anche se allora era suo padre Giovanni a dirigere le danze, e tante altre storie di viaggio ed emigrazione nel cuore sociale pulsante di quel quartiere multietnico che è tutto un equilibrio di colori estremi e stridenti ma anche di sfumature piene di umanità...

Per questo ti dico che il quartiere di Sankt Pauli è stato per me come Eleusi,  un vero e proprio rito di iniziazione misterica al divenire adulto in un profondo senso umano e civile ma anche sportivo nel senso di sana competizione a tirare fuori con generosità tutta l’energia disponibile nonché la condivisione di valori fondamentali come il rispetto verso il prossimo in ogni condizione sociale e umana e la totale assenza di giudizio nei suoi confronti “non giudicate per non essere giudicati!”

Il quartiere quindi è una specie di officina della vita? 

Si certo, non penso che ci sia in altre cittá una così intensa varietà di situazioni politiche, sociali, multuculturali come qui a Sankt Pauli, aggiungi anche la parte sportiva e quella economica che non guasta. Ma non c‘e nessuna ostentazione di ricchezza gratuita e superficiale anzi ognuno si muove come gli pare e piace, una mélange spettacolare tra tutte le classi sociali, non troverai in altre città un quartiere a luci rosse ed accanto una chiesa cattolica dove il prete come il buon pastore va alla ricerca della sua pecorella smarrita, e non importa quante volte si perde, la sua pazienza e misericordia è infinita! (conversare con Emilio é sempre simpatico ed entusiasmante specie con le sue battute, ndr). In più per tornare all’ambito sportivo una squadra di calcio così impegnata e politicamente attiva nel quartiere in tutte le sue smagliature.

Consiglieresti alla nostra Italia di adottare il modello del Sankt Pauli, per battezzare o iniziare gli Italiani? Un Sankt Pauli in ogni cittá ?

Situazioni simili esistono anche a Copenhagen, Amsterdam, certo! Sarebbe troppo bello, ma non penso che questo possa avvenire, in Italia non si vuole diventare adulti nel senso di acquisire veramente libertà, autonomia, e indipendenza di pensiero e azione, si preferisce restare in un sistema di stampo Feudale a scompartimenti stagni e separati, vivacchiare piuttosto che vivere... Il fatto è che sarebbe ora di finirla con l’ossessione dell’accumulare, del tanto mi dà tanto, è arrivato il momento di condividere, di allargare la base della partecipazione piuttosto del sempre di più per sempre più pochi. La vita è molto più bella e da molta più gioia nella condivisione! Se l‘Italia si svegliasse in questo senso allora ritornerebbe a veramente collegarsi con l‘anima profonda di quella umanità e creatività che l‘ha fatta grande nell‘arco dei secoli!

Grazie Emilio per la condivisione delle tue esperienze e pensieri, del tempo a noi dedicato, sappiamo che sei un grande amante dello sport e dell'Italia, come noi tutti desideriamo un grande Sankt Pauli in ogni città, magari ti vedremo presto girare un nuovo film in Italia, magari sul Sankt Pauli... Grazie a te un abbraccio forza Emilio e forza Sankt Pauli!