Associazionismo vs pandemia: il ritorno dell'individualismo

26.10.2020 22:21 di  Redazione StPauli   vedi letture
Associazionismo vs pandemia: il ritorno dell'individualismo

di Andrea Brazzini.

Dal Libro del Levitico cap.13,46: ”E il lebbroso in cui è la peste…abiterà da solo; fuori il campo deve essere la sua abitazione”. Una sola, breve citazione, che racchiude una delle peculiarità tipiche di ogni pandemia avvenute nella storia dell’uomo, la solitudine, quello che oggi chiamiamo distanziamento sociale. Ecco, basterebbe questo per evidenziare come la pandemia in corso sia nemica dell’associazionismo, inteso come appartenenza, inclusione, integrazione a tutti i livelli, sociale, politico e sportivo.

Sappiamo che l’associazionismo ha avuto forte impulso a seguito della Rivoluzione industriale dell’800, allorquando masse di lavoratori provenienti dalle campagne confluirono nelle grandi città europee per lavorare nelle fabbriche; gente sradicata dal proprio tessuto sociale e proveniente da diversi ambiti, dopo un primo periodo vissuto in assenza di diritti, comincio’ a riunirsi in associazioni via via sempre piu’ strutturate (Trade unions inglesi, associazioni di Mutuo soccorso in Francia e in italia, Verein in Germania ecc.), che contribuirono a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, abbattendo anche le barriere tra gli Stati.

Oggi la pandemia in corso sta drammaticamente facendo risorgere fantasmi del passato che credevamo non potessero tornare più. Perche? L’ analisi si fonda sul fatto che essa si è inserita in un tessuto sociale già fortemente disgregato, in un periodo di profondi cambiamenti globali che sono accelerati e di cui nessuno o quasi conosce il risultato finale. Scriveva Rossana Rossanda che l’estensione dei mezzi di comunicazione di massa (Tv, Internet) ha ristretto gli spazi da riservare ad altre attività intellettuali e ricreative, rendendo il cittadino spettatore, atomo e unidimensionale. Se poi il fine di questi mezzi è l’audience o il like e non l’aspetto educativo. Ecco che il quadro si fa sempre più fosco.

Mi è tornato in mente un opuscolo letto tanti anni fa dal titolo “ Cattiva maestra televisione”, dove il filosofo K.Popper da un lato, e il pontefice K. Wojtyla dall’altro, pur parlando da due  posizioni diverse, mettevano in guardia da un uso distorto di questi potenti mezzi, che avrebbero potuto generare alienazione e violenza.

E allora emerge il profondo conflitto tra il concetto di associazionismo, che praticamente poco interessa a questi mezzi, con l’individualismo che questa pandemia genera, che invece la fa da padrone su tutta l’informazione. L’associazionismo è stato ed è alla base dello sviluppo democratico delle società occidentali degli ultimi 150 anni, perchè è partecipazione e quindi educazione comportamentale, è predisposizione alla partecipazione sociale e politica, è popolare per definizione; dove le democrazie sono piu avanzate, l’associazionismo è florido. Ha pero bisogno per esprimersi di spazi condivisi, di contatto fisico, di “corpo”; la pandemia e il distanziamento sociale che ne consegue è l’opposto di tutto questo, è la negazione del corpo, è il trionfo della “modernità liquida”, come definita da Z.Bauman: un esercito di individui soli, ”smaterializzati”, di consumatori, che non sanno chi muove cosa.

Siamo sicuri che questa tendenza sia solo momentanea? Alcuni segnali non sono incoraggianti, sia in ambito lavorativo che sociale. Speriamo non sia questo il prossimo futuro che ci attende, speriamo di tornare al piu presto a praticare sport di base  attivamente con le nostre associazioni sportive che aggregano ed integrano e formano la gioventù