Ci siamo fatti male da soli

10.11.2025 10:00 di  Massimo Finizio   vedi letture
Irvine
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© foto di fcsp

Tra errori, incomprensioni e ideali dimenticati: il difficile momento del St. Pauli

La nostra colpa è non aver spiegato fin dall'inizio cosa stava succedendo. Spesso anche le informazioni di cui si dispone vanno valutate, attualizzate e contestualizzate. È difficile da spiegare al pubblico, ai tifosi e ai lettori. Il sistema — molto tedesco — fatto di pesi e contrappesi resta la base anche delle incomprensioni degli ultimi tempi, alle quali purtroppo si aggiunge anche l'inettitudine di alcuni personaggi che hanno causato un disastro, non solo d’immagine ma anche sportivo.

Se un giocatore pubblica sui propri social delle foto con amiche o ammiratrici, non viene attaccato da nessuno — anzi, spesso viene applaudito. Alcuni atleti pubblicano persino immagini di altre maglie o società, altri postano fotografie senza significato, magari al sole delle Bahamas o in Sardegna. C’è chi segue con attenzione queste situazioni, ma per fortuna la maggior parte dei tifosi non si lascia coinvolgere da queste baggianate.

Un giocatore dei Pirati, invece, aveva condiviso sui social situazioni personali affiancate a fotografie di sostegno per territori oppressi, mostrando solidarietà verso lotte per la sopravvivenza lontane da noi. I tifosi del St. Pauli sono sempre stati al fianco degli ultimi — un po’, con tutto il rispetto, come fece Gesù.

Lo stesso St. Pauli si era schierato in passato a fianco di un giocatore dei nostri “cugini”, per sostenerlo contro le discriminazioni: Jatta, uno di noi – Kein Mensch ist illegal e avevamo anche spiegato la storia dei murales del quartiere: Nessuna persona è illegale .

Quando il St. Pauli era secondo in classifica a due punti dal Bayern Monaco, un membro del comitato centrale ha inviato al capitano dei Pirati invettive e offese, anche verso la sua compagna. Per fortuna, queste parole non sono uscite dal circuito interno del club: i panni sporchi si lavano in casa. Noi, comunque, avevamo pubblicato alcune informazioni per spiegare ciò che stava bollendo in pentola.

Intanto il St. Pauli ha iniziato a perdere, dopo aver giocato una partita spettacolare in casa dei “malefici cuginetti”. Molti parlavano di Champions League, ma presto lo spogliatoio ha iniziato a scricchiolare. Dai nostri contatti, la squadra si è stretta intorno al suo capitano: non eravamo ancora sull’ammutinamento del Bounty, ma ci siamo andati vicini. Il gruppo ha perso tutto: compattezza, concentrazione, entusiasmo e fantasia.

Il presidente desiderava incontrare il giocatore a quattro occhi — giustamente. Anche il calciatore, in ogni caso, ha commesso degli errori: scagli la prima pietra chi è senza colpe.

Giornalisti della ARD ci hanno confermato che alcune foto sarebbero state scattate durante una manifestazione dove erano presenti anche giocatori del St. Pauli, ma con elementi dell’estrema destra tra i partecipanti. Anche per noi non è stato facile distinguere tra le cause giuste e le manipolate, visto che la destra di AfD si nasconde spesso dietro manifestazioni distorte.

Ne avevamo parlato qui: Difendere il St. Pauli, una risposta necessaria , dove è incluso anche un link di Indymedia che spiega quella difficile situazione.

Alcuni giorni fa il Consiglio dei Probiviri — eletto dai soci del St. Pauli — ha stabilito che il membro del comitato centrale aveva danneggiato la società sportiva, infliggendogli una multa salata da devolvere in beneficenza. Nel documento sono stati elencati tutti gli articoli dello statuto violati: una lista lunghissima.

Questo socio, purtroppo per lui, ha subito l’influenza non del Covid né dell’aviaria, ma dello spasmodico tentativo dei nostri suddisti nel voler continuare a portare avanti solo i loro interessi sportivi dimenticandosi l’antico motto del club:

«Kein Mensch ist illegal – Nessun uomo è illegale.»

Un motto che molti Sankt Pauliani sembrano aver dimenticato.