Qual è il problema con le multi-proprietà di club calcistici?

Il presidente dell'FCSP, Oke Göttlich, parla di un modello ormai diffuso nel calcio: un investitore privato detiene azioni in più club diversi. Il che porta ad una distorsione della concorrenza.
06.02.2023 13:00 di Alessandro Gulberti   vedi letture
Oke Göttlich
Oke Göttlich
© foto di FC Sankt Pauli

Secondo il presidente dell'FC St. Pauli (N.B. presidente eletto dai membri e dai tifosi dell'FCSP!), ci sono circa 170 club in tutto il mondo, a cui appartengono circa 6.500 giocatori, che fanno capo al modello “Multi Club Ownership”.

Questo è un modello di tipo “americano”, basato su investitori, possessori di più o meno quote di diversi club in contemporanea, in base al peso monetario dell’investimento effettuato. In contrasto il modello “europeo” si basa essenzialmente su società sportive composte da membri con eguali poteri decisivi, una sorta di democrazia sportiva. Inutile ricordare che in Italia prevale orma da decenni un modello “presidenzialista”, che lentamente sta sempre più slittando verso il modello “americano”, ovvero il più puramente capitalista.

Secondo Göttlich il modello della “Multi Club Ownership” offre vari vantaggi competitivi, poiché questi club possono dividersi onerosi compiti amministrativi o di scouting. Di conseguenza, le società autonome come l'FC St. Pauli si troverebbero in svantaggio organizzativo e finanziario.

Inoltre, i giocatori vengono prestati e trasferiti tra questi club, il che svantaggia i club che non fanno parte di questa rete “privata”. Infine, nota Göttlich, sorgono rilevanti conflitti d'interesse se un investitore detiene quote di più club, che poi potrebbero competere tra loro, ad esempio quando il RB Lipsia dovesse incontrare il RB Salisburgo (cosa peraltro già accaduta nella fase a gruppi dell’Europa League del 2018-2019).

Göttlich sostiene il rafforzamento della deroga del 50+1 con la quale è ancora possibile garantire la partecipazione dei membri. Deroga, che ricordiamo, è stata infatti pensata per assicurare che i membri delle società sportive mantengano il controllo generale, in modo da possedere sempre il 50% delle azioni +1 azione, proteggendo così le società sportive dall'influenza di investitori esterni. Qui sottolineiamo la parola "deroga" perché la "regola" in Europa, e soprattutto in Germania, è che le società sportive appartengano al 100% ai membri delle società stesse, quindi la deroga del 50+1 significa che ad investitori privati viene concesso al massimo di possedere una quota del 49% delle società sportive.

Concludendo il presidente della FCSP sostiene quindi che il mercato del calcio non sia abbastanza regolamentato. Fortunatamente pare che una soluzione all’annosa disputa sulla deroga del 50+1 in Germania sia ormai in vista.

Qui di seguiti i link per chi voglia ascoltare per intero il podcast in tedesco sul sito del Sankt Pauli:

https://www.fcstpauli.com/news/podcast-folge-mit-oke-gottlich-zum-thema-multi-club-ownership/

oppure su youtube:

https://youtu.be/goN0mpNg8EE

Forza Sankt Pauli, sempre!