"Una volta Unione, sempre Unione" - la squadra con lo status di culto

06.03.2023 20:36 di  Manja Neubert   vedi letture
Nina Hagen e l'inno dell'Union
Nina Hagen e l'inno dell'Union

Kit Holden, un giornalista sportivo britannico che lavora a Berlino, ha recentemente scritto: "È divertente! Per anni, la regola del calcio è stata che si può vincere, entrare in Champions League o essere al top solo se si ha un'enorme quantità di denaro. Grazie all'Union, al momento sembra quasi che queste regole del calcio moderno non valgano più".

È questo che ha reso l'1. FC Union un club cult di Berlino, dell'Est. Cosa rende il club di Berlino Köpenick così vincente? La sua storia! Quest'ultima - e anche un po' quella della DDR-  si deve conoscere e comprendere se si vuole capire il successo dell'Union Berlin.

Il club è stato fondato nel 1966, ma la sua storia risale al 1906. All'epoca, diversi club calcistici del quartiere berlinese sud-orientale di Oberschöneweide si unirono per formare l'FC Olympia Oberschöneweide. L'Olympia divenne poi Union Oberschöneweide nel 1909. Gli anni del dopoguerra, dal 1950 in poi, furono difficili per la squadra; a causa della riorganizzazione dei diversi campionati dell'Est e dell'Ovest, molti giocatori andarono persi.

A metà degli anni '60, nella RDT furono fondate accademie sportive (Sportleistungszentrum), considerate “fucine” del calcio. Uno di questi centri si trovava nel quartiere berlinese di Treptow-Köpenick. Il 20 gennaio 1966, la squadra dell'Union Oberschöneweide divenne l'odierna 1. FC Union Berlin.

L'Unione era conosciuta come un club di lavoratori: molti tifosi, ma anche alcuni giocatori, lavoravano nelle fabbriche della zona industriale di Köpenick. Il club era considerato un club anti-Stasi, come contrappunto all'FC Dynamo Berlin ed è diventato presto una sorta di leggenda. Lo vedevano come un club dei ribelli, quelli che indossavano i capotti olivastro o portavano i capelli lunghi. L'enorme coesione all'interno del club deriva da questa storia. Era già il club più popolare di Berlino negli anni '70, sebbene non giocasse un buon calcio. Dopo la riunificazione, l'FC Union Berlin, come molti club della Germania dell'Est, ha dovuto affrontare grossi problemi. Per molti anni dovevano fare tutto il possibile per rimanere semplicemente in vita. Il club deve ringraziare soprattutto i suoi tifosi per il successo di oggi. Loro hanno persino donato il proprio sangue per salvarlo dalla bancarotta e consentire di ricostruire lo stadio.

Lo stadio. Dal 1920 si gioca nello stadio An der Alten Försterei nel quartiere Köpenick di Berlino Est. L'Alte Försterei (tradotto: il vecchio ufficio forestale) è stata inaugurata nell'agosto del 1920 ed è considerato uno dei più grandi stadi di calcio "puro". Laddove altri stadi possono essere utilizzati come arene multifunzionali e fungere anche da sedi per eventi di atletica, nell'Alte Försterei si gioca solo il calcio. Lo stadio dell'Union Berlin può ospitare poco più di 22.000 spettatori ed è completamente aperto ad eccezione delle tribune coperte. Qui i tifosi hanno conservato un pezzo di romanticismo calcistico del passato. Piccole bancarelle vendono i panini al pesce, i bratwurst (le salsicce) e le frittelle con la panna acida; nell’intervallo si ascolta l’indie rock invece di techno. C'è un'atmosfera speciale, la squadra di casa non viene quasi mai fischiata. Durante la partita stessa, lo stadio si trasforma in un calderone di streghe quando risuona da tutte le parti "Und niemals vergessen, Eisern Union” (E non dimenticare mai, Union di Ferro). Per inciso, l'inno "Eisern Union" è stato scritto da Nina Hagen. La famosa cantante nata nella DDR che indossa la maglia numero 66 è la tifosa più smagliante dell'1.FC Union.

La squadra di calcio dell’Union Berlin e. V. ha una base di fan e soci molto variegata che è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. Mentre nel 2006 facevano 4.209 soci ufficiali parte del club, alla fine di dicembre 2022 si poteva contare già 49.152 soci registrati. Dal 2019 era il più grande club di calcio puro nella zona di lingua tedesca in termini di soci e dal 2020 uno dei 15 club sportivi con il maggior numero di soci in Germania.

Fuori dal campo, il club è impegnato in progetti sociali con la sua fondazione "UNION VEREINT. Schulter an Schulter” (UNION UNISCE. Spalla a spalla"). Con il motto „Der Starke hilft dem Schwachen“ (I forti aiutano i deboli"), sono particolarmente attivi nei campi di calcio, nelle giornate e settimane di progetti per bambini e giovani, nelle campagne per la tolleranza e l'integrazione e contro il razzismo, nonché nella promozione della salute e della tutela dell'ambiente.

Il 2022 è stato finora l'anno di maggior successo nella storia del club. La squadra si è classificata quinta in Bundesliga e ha conquistato un biglietto per l'Europa League. Anche il 2023 è iniziato in modo più che positivo, basti pensare alla vittoria per 3:1 contro l'Ajax Amsterdam e all'attuale terzo posto in Bundesliga (direttamente dietro a BVB Dortmund e Bayern Monaco).

Attualmente, i sogni dei tifosi sono enormi: sognano un titolo di campionato, una vittoria in Champions League, la Coppa DFB. La fiducia in sé stessi sta crescendo. Poco prima di entrare in Bundesliga (stagione 2019/20), quasi tutti i tifosi dell'Union erano modesti. L'obiettivo finale in quel momento era la permanenza in campionato. Forse temevano che la presenza per la prima volta in Bundesliga e i nuovi successi potessero mettere in pericolo l'intimità, la coesione tra i tifosi, il senso di comunità del club. Ma niente di tutto ciò è accaduto. Il club e con esso i soci, i giocatori, lo staff tecnico e i tifosi sono rimasti con i piedi per terra. È proprio questo che ha permesso al club di elevarsi senza perdere il proprio DNA. A differenza di club finanziati e gonfiati artificialmente come l'RB Leipzig, l'Union è rimasto "reale". Questo si sente e si vede.

Con il cuore e l'anima, l'impegno e la pazienza di un lento cammino verso la promozione, il club ce l'ha fatto e ora festeggia successi sempre più grandi senza cedere alle lusinghe corrotte del denaro. Allo stesso tempo, il club non rinnega la sua eredità di un club dell’Est e non si adatta all’abitudine del calcio dominate dall'Occidente e dal turbocapitalismo. Una crescita lenta e la consapevolezza della storia, ma anche la volontà di percorrere la propria strada, sono gli elementi che rendono il club così vincente e spiegano il suo successo.