20 anni senza Marco Pantani

14.02.2024 23:59 di  Stefano Severi  Twitter:    vedi letture
20 anni senza Marco Pantani

Sono passati 20 anni da quando Marco Pantani se n'è andato. Il Pirata, l'ultimo vero eroe del ciclismo in grado di conquistare tifosi anche al di fuori delle due ruote, fu trovato morto il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini. Un epilogo probabilmente inevitabile, con il pirata prima tradito, poi abbandonato e infine schiacciato da quel mondo che aveva contribuito a rendere grande. 

Oggi si sprecano le chiacchiere sulle cause della sua morte, ufficialmente per overdose: la madre (che al momento del decesso era in vacanza in Grecia col camper) grida al complotto e in tanti scrivono libri e cercano di farsi pubblicità sfruttando il suo nome. In pochi ricordano però la vera morte di Marco Pantani: 5 giugno 1999, Madonna di Campiglio. Quel giorno Pantani venne fermato per ematocrito oltre i limiti consentiti nella penultima tappa di un Giro d'Italia già vinto, anzi dominato.

Le carte delle inchieste su quel giorno parlano di tradimento, di un controllo a sorpresa prima annunciato poi cancellato e infine attuato per cogliere impreparato il Pirata. Qualcuno lasciò appositamente aperta la camera della stanza di Pantani per non dargli il tempo di cautelarsi. Era un ciclismo ben diverso da quello di oggi e anche l'antidoping era un far west. Ma quelle indagini, che pur furono messe nero su bianco in documenti ufficiali, non portarono mai a nessuna conclusione.

Pantani finì letteralmente schiacciato dal sistema: tutti cercavano pubblicità e tutti lo indagavano. Arrivò ad avere ben 8 Procure contemporaneamente ad indagare su di lui come il più pericoloso dei criminali. Anzi, sfidiamo chiunque a trovare un criminale con 8 Procure della Repubblica allo stesso tempo alle sue calcagna. Arrivò quel male di vivere che lo portò tra le braccia di amici sbagliati, di sostanze nocive, di una squallida stanza di un residence a Rimini.

Il 14 febbraio, giorno degli innamorati, Marco Pantani è morto solo. Abbandonato da tutti.

Da tutti ma non dal suo popolo, dai suoi tifosi. In particolare dai tifosi del Cesena, sua città natale e squadra di cui era tifoso insieme al Milan. Ogni anni, in prossimità del 14 febbraio, i tifosi romagnoli hanno sempre ricordato il loro idolo, vincitore di Giro e Tour. Lo hanno fatto anche quest'anno, in occasione del turno infrasettimanale di serie C tra Cesena ed Arezzo, con una coreografia mozzafiato, dedicata proprio al Pirata. "Corri ancora adesso. Lo sento... il vento non ti prenderà mai", recitava il grande striscione (in foto), sotto ad una gigantografia in maglia rosa e a migliaia di cartoncini con la scritta "Marco vive".