La presa di posizione dell’Associazione “Lazio e Libertà” contro la violenza negli stadi

18.11.2022 14:30 di Giuseppe Livraghi   vedi letture
La presa di posizione dell’Associazione “Lazio e Libertà” contro la violenza negli stadi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’increscioso fatto accaduto lo scorso 29 ottobre allo stadio “Giuseppe Meazza” di Milano, che ha visto un gruppo di sostenitori interisti costringere dei pacifici spettatori a lasciare la Curva Nord in segno di rispetto verso un ultrà nerazzurro assassinato, ha spinto l’Associazione “Lazio e Libertà” a emettere un comunicato mediante il quale si invitano gli addetti ai lavori a lavorare per far sì che gli stadi tornino a essere dei luoghi di festa.

Questo il comunicato in questione:

«Quanto avvenuto a San Siro in occasione della gara Inter-Sampdoria, dove un gruppo di ultrà ha allontanato con la forza i tifosi presenti, per commemorare la scomparsa di un leader assassinato - ha fatto emergere una realtà che noi tifosi, appassionati di calcio e frequentatori abituali degli stadi italiani, conosciamo molto bene da anni.

Ovvero che alcuni settori degli stadi sono considerati delle zone “franche” in cui il tifo viene organizzato da elementi che sono al confine della legalità e della democrazia e che utilizzano questo potere per creare proselitismo giovanile.

Troppe volte, non solo a Roma, assistiamo ad atti violenti di controllo territoriale ed esibizioni di slogan e simboli fascisti, e viviamo il disagio di chi ha il solo desiderio di vivere la passione calcistica

La nostra associazione, “Lazio e Libertà”, nata tre anni fa attraverso iniziative pubbliche, si sta proponendo a Roma come punto di riferimento per chi pensa che il tifo sportivo debba sempre manifestarsi entro il perimetro di valori democratici e civili sanciti solennemente dalla nostra Costituzione.

Per questo “Lazio e Libertà” invita le società sportive, le autorità competenti e i tifosi di tutte le squadre italiane a creare le condizioni affinché allo stadio si possano condividere i valori etici di una società davvero civile, e che anche le trasferte possano essere un’occasione di festa e di condivisione della stessa passione».