Sankt Pauli - Rostock Cronaca di un disgusto annunciato

Incidenti durante la partita contro il FCH Rostock, Cronaca di una tifoseria indegna e qualche riflessione personale da dal Millerntor
02.03.2023 12:00 di  Vittorio Manta   vedi letture
Curva Sud
Curva Sud
© foto di Vittorio Manta

Che la tifoseria del Rostock non brillasse per eleganza e signorilità non era certo un segreto, il cattivo gusto per gli striscioni su Lichtenhagen e girasoli vari era ben noto (vedi: Articolo su Lichtenhagen), ma che scendesse tanto in basso non se lo aspettava neppure la dirigenza stessa della squadra Anseatica, che pian piano comincia a essere anche stufa delle multe accumulate. 

Arrivati in tremila e carichi di 14 anni di vandalismi arretrati, già prima della partita creano il putiferio con bombe carte e cercando di forzare il cordone di quasi 1500 agenti di polizia presenti allo stadio e dintorni.

Se il buongiorno si vede dal mattino, prima dell’inizio della partita già la prima provocazione, con i tifosi del Rostock che provano, senza esito, a rubare lo striscione VETERANEN in Curva Nord, complice anche la polizia che lascia senza scorta i tifosi ospiti per ben 20 minuti dopo l’ingresso in curva.

La partita comincia in relativa tranquillità, ma c'è subito da notare che i tifosi bianco-blu neppure scandiscono la formazione, gli insulti al St.Pauli superano di gran lunga i cori di sostegno del Rostock, ed é subito chiaro che della partita poco gli importa.

Il fondo del barile è raggiunto all'intervallo quando i tifosi del Rostock rivoltano i bomber dalla parte arancione, chiaro simbolo della violenza imminente, e fanno partire una coltre nera di fumo di copertura, come nelle tattiche militari. Da lì comincia il lancio di bombe carte, razzi e oggetti vari. I cori nazisti partono anche sotto la copertura della coltre di fumo. Vari oggetti vanno a finire in Curva Nord nella zona della tifoseria di casa e un pezzo di ceramica divelto da uno dei bagni viene lanciato ferendo uno steward, che finisce in ospedale. Alla fine i feriti saranno due, e c’è la sensazione che il bilancio potesse essere molto peggiore.

A quel punto il Millerntor risponde compatto e vigorosamente con il classico coro“Nazis raus, nazis raus” (Fuori i nazisti). L'indignazione e la rabbia sono palpabile, Rostock ha ovviamente superato il limite, fischi e urla si fanno assordanti e la frustrazione fra i tifosi di casa sembra crescere velocemente. Per fortuna la situazione però rimane sotto controllo e il calcio di inizio del secondo tempo viene ritardato di 10-15 minuti.

La partita continua senza altri incidenti, e finisce con i giocatori del Rostock che, incredibilmente a mio avviso, vanno ad applaudire la propria tifoseria, dimostrando come la complicità della società non sia più negabile. In tutta risposta partono puntuali i saluti nazisti dal settore ospiti.

Arriva solo ne dopo gara la condanna (parziale) del dirigente del Rostock, Robert Marien, in cui ammette l’idiozia della propria tifoseria, ma limita la responsabilità a 50-100 individui. Qui ci sarebbe da dire però che il resto dei 2900 presenti nel settore non fa niente per fermarli e i cori inneggianti a Hitler (assolutamente illegali in Germania) non li hanno certo fatti quelli dell’Antoniano. Altra responsabilità è sicuramente quella del loro coordinamento club che nulla ha fatto per cercar di evitare se non altro il " danno " economico della multa.

Alla fine dei conti e al netto delle differenze politiche, rimane il disgusto per l’indegno spettacolo offerto dai tifosi bianco-blu. Un esempio pessimo e pericoloso per tutti quei bambini e ragazzi presenti come sempre domenica al Millerntor, per cui il calcio dovrebbe essere una festa non motivo di paura e ansia.

Rimane l'incredulità per un livello di idiozia sinceramente inconcepibile, ma rimangono anche anche i 3 punti strappati dal St.Pauli e che potrebbero contribuire ad una nuova retrocessione dell Rostock in terza divisione. 

Con la speranza di non rivederli per (almeno) altri 14 anni.