Il nuovo sponsor della As Roma è un patto col diavolo (arabo)
Il calcio moderno continua la sua inarrestabile corsa al mero profitto senza se e senza ma. Poche ore fa la AS Roma, al pari di molte altre società calcistiche del Vecchio Continente, si è lasciata ammaliare dai miliardi provenienti dalla penisola saudita. La squadra allenata da Josè Mourinho, che negli ultimi anni ha fatto crescere il suo brand non solo a livello locale ma anche internazionale ed intercontinentale, ha firmato un contratto, di durata biennale, per il nuovo main sponsor da mostrare sulle maglie con la Riyadh Season. Questo è il nome scelto per uno dei più importanti eventi mondiali di intrattenimento che si tiene nella capitale dell'Arabia Saudita, dal 2019, da ottobre a marzo di ogni anno. Con questo patto il mercato saudita entra, ufficialmente, nell'ambito calcistico italiano.
Le cifre economiche sono importanti: ben 25 milioni di euro finiranno nella casse di Trigoria di cui 8 durante il primo anno di contratto. Oltre alla base economica è stato siglato anche un accordo di altro tipo che riguarda, in prima persona, la stessa squadra giallorossa. La Roma, infatti, sarà costretta a disputare ben due amichevoli in terra saudita e dovrà aprire alcuni negozi di merchandising ufficiale nel paese della penisola araba.
L’accordo è stato siglato da Lina Souloukou, Ceo della AS Roma, alla presenza di Turki Alalshikh, presidente della General Entertainment Authority dell'Arabia Saudita. Questa figura ha, tra i suoi altri incarichi, quello di accompagnare il progetto Saudi Vision 2030, scenario che tiene conto dell’Expo che si dovrebbe tenere proprio quell'anno: un evento a cui si è candidata anche la Città Eterna. Per questo motivo, tale accordo, non è stato ben visto da tutti, soprattutto dalle parti del Campidoglio. Lo stesso sindaco capitolino Roberto Gualtieri, nonostante la sua dichiarata fede per i colori giallorossi, ha voluto commentare in questo modo la vicenda: “Ma allora ci temono seriamente… Noi siamo Davide loro sono Golia come dimostra l’immensa capacità di spesa compresa la scelta di venire a sponsorizzare la As Roma. Noi ci batteremo fino alla fine senza timore e ogni tanto le cose vanno diversamente dai pronostici....”.
Oltre a questo conflitto di interesse ci sta un altro fatto che lascia chi scrive con qualche dubbio riguardo all'accordo siglato dal club giallorosso. L'Arabia Saudita, infatti, non è certo un paese che rientra in quelli che fanno rispettare i diritti umani all'intero dei propri confini. Se poi questa dimenticanza avviene in una società guidata da americani il dubbio aumenta ancora di più. Quante volte infatti, nel paese di oltreoceano, ci si è vantati di essere “la più grande democrazia del mondo” e si sono fatti scoppiare conflitti in ogni angolo del globo per “esportare la democrazia”? Forse, anche su una tematica così importante, si fanno dei distinguo in nome di altri interessi. Quando a non rispettare i diritti umani sono paesi che non hanno valore per Washington ecco che si parte con una bella invasione; se invece ci stanno interessi economici...
Questa nuova partnership, inoltre, porta avanti quella scalata che il mondo saudita sta portando avanti, da alcuni anni a questa parte, nel mondo calcistico che conta. Già questa estate numerosi giocatori di livello hanno lasciato le loro squadre europee, anche se giovani e con ottime carriere davanti, richiamati dai milioni con cui sono stati ricoperti per fare i pupazzi in campionati di valore assoluto nettamente più basso. Nel 2030, inoltre, l'Arabia Saudita ha rinunciato all'organizzazione dei Mondiali di calcio che si terranno in ben 3 continenti ed in 6 paesi diversi visto che sarà l'anno del centenario dalla prima edizione svoltasi nel 1930 in Uruguay. Questa uscita di Riyad però, secondo molti esperti, ha avuto anche un altro accordo nascosto: all'Arabia Saudita è stata infatti garantita l'edizione successiva della Coppa del Mondo, che si terrà nel 2034. Insomma dopo la contestata edizione del 2022, che si è tenuta in Qatar tra novembre e dicembre di quell'anno visto il caldo eccessivo in quel paese nel periodo estivo, ecco un altro bel scivolone delle massime istituzioni calcistiche mondiali che inseguono il mero profitto.
Per fortuna esistono ancora molte realtà, capeggiate dal nostro amato St Pauli e dai suoi splendidi tifosi che si recano in 20 mila in trasferta a Berlino contro l'Hertha (link) oppure pensando al Bayern Monaco i cui tifosi hanno costretto la presidenza a interrompere la partnership con uno sponsor del Qatar (link), a ricordarci che se si vuole davvero... un altro calcio è davvero possibile!.