Ma non era un torneo parrocchiale? Zitto, corri e butta il pallone piu avanti che puoi!

27.12.2021 22:19 di  Massimo Finizio   vedi letture
Ma non era un torneo parrocchiale? Zitto, corri e butta il pallone piu avanti che puoi!

La squadra del Sankt Pauli mi aveva chiamato in quanto avevano invitato un gruppo di italiani per un torneo di fine campionato. La 5. Herren (link) aveva infatti ben 2 genoani che giocavano in campionato ed abitavano a Sankt Pauli, i quali avevano avuto la bella idea di chiamare dei loro amici logicamente di fede rossoblu. Il problema forse è che non avevano spiegato bene che al torneo erano anche invitate altre 8 squadre, tre le quali la 4. Herren dei cugini innominabili, la 4. Herren del Werder Brema, dell´Osnabruck e di altre squadre famose e storiche del nord della Germania.

Logicamente tutti si aspettavano dei professionisti dall´Italia dalla grande cultura calcistica (stiamo facendo una critica molto velata, ndr) pensando di aver anche invitato la più antica associazione sportiva italiana (link), il Genoa cricket & Football club. Purtroppo però per l'Italia, paese che andavano a rappresentare, purtroppo anche per i colori rossoblu e anche per lo stesso Sankt Pauli che non faceva una bella figura, da Genova arrivarono ragazzi di buona volontà e buona esperienza calcistica ma decisamente più esperti a calcetto e biliardino che per un torneo ad 11 a campo grande.

Il giorno prima del torneo mi vennero presentati i ragazzi che erano solo 5 o 6 appena: aggiungendo i 2 di stanza a Sankt Pauli non si arrivava neanche a 10: che fare? Presi immediatamente la situazione sotto controllo, dopo aver fatto la conoscenza dei tipi e soprattutto dopo aver chiesto se avessero mai giocato appunto ad 11. La risposta fu: ma non è un torneo parrocchiale? Chiamai immediatamente un buon portiere, anche se con qualche anno in più: aveva ottima esperienza e mi aveva anche precisato che non sarebbe venuto ai classici festeggiamenti "pre torneo" della sera prima, per cui era sicuro al 100%.

Il prim: problema era risolto, mi chiedevano quindi anche di giocare ma proprio non mi sentivo di indossare la maglia rossoblu, pensando piuttosto di restare a bordo campo per organizzare l´allegra armata Brancaleone. In serata riuscii a convocare un altro giocatore abbastanza buono da mettere in difesa, dove sembrava avessimo meno problemi in generale: per il resto pensavo di programmare una doppia linea di difesa modello Linea Maginot. La festa della sera pre torneo passò nel vecchio club Heim abbastanza tranquillamente, senza andare molto alle lunghe: i ragazzi logicamente piano piano stavano entrando in clima "torneo". Ci demmo appuntamento la mattina ai campo poco prima delle 9 per conoscere il nostro girone da 4 squadre che si sarebbero affrontate in partite secche da 20 minuti: poi le prime 2 si sarebbero incontrate in semifinale per altri 20 minuti prima dell'eventuale finale. A quelle due partite però noi non pensavamo nemmeno per scherzo: l'obiettivo era solo quello di stare in campo e prenderne il meno possibile. Negli spogliatoi ci furono consegnate la serie dei 3 incontri da disputare: prima contro i cugini innominabili, poi Osnabruck quindi Concordia di Amburgo. Fui così anche costretto ad indossare la maglia rossoblu sia dai ragazzi che chiesero più volte anche il mio sostegno sportivo dentro il campo, che dagli organizzatori del Sankt Pauli. Mi trovai così come prima squadra da incontrare proprio quella dei cuginetti contro i quali non avevo mai giocato, ricordando anche le loro gesta di 20anni prima. 

La scelta per la prima partita fu quella di schierare tutti davanti al nostro portiere: dovevamo resistere per 20 minuti! Caricai i ragazzi: sapevano che fuori tutti ci avrebbero guardato e che tutti erano con noi. Le mie ultime parole furono: "Ragazzi dentro concentrati, zitti e giocare bassa la palla. Pochi scambi, correre e se avete la possibilità lanciate lungo, il pallone deve riuscir a superare la metà campo, poi speriamo in Dio". I primi 10 minuti passarono abbastanza velocemente: forse i cugini avevano paura di giocare contro dei mostri del calcio, forse erano molti distratti dalle maglie storiche del Zena, fatto sta che non entrarono mai in area di rigore. Verso il quindicesimo minuto uno dei nostri a centrocampo interruppe uno dei tanti fraseggi dei cugini e rilanciò lunghissimo verso di me che restavo sempre il primo davanti alla linea di difesa ed ero quello che in pratica doveva attaccare il portatore di palla avversario ed essere anche il faro davanti per infilare la difesa altrui. Ebbene il pallone arrivò come telecomandato da uno spirito divino tra i due difensori centrali loro ed io più veloce di un fulmine presi il pallone e puntai il portiere avversario. Era chiaro che i due difensori stavano cercando di prendermi, ma penso che in quella occasione fui spinto dai tanti tifosi dei pirati presenti: forse era "lo spirito 83" di rivincita, forse era la carica emotiva del mio primo derby, fatto sta che non mi presero. Il loro portiere cercò di uscire verso di me ma purtroppo fu impallinato da uno stupendo pallonetto a scavalcare che accarezzò la rete insaccandosi imparabilmente. 

Apoteosi

Immaginatevi i genoani impazziti che cercavano di raggiungermi ed io mi spogliavo per far vedere un'altra maglietta che nascondevo sotto, mentre i Sankt Pauliani sugli spalti gridavano Halleluja e buttavano la birra da tutte le parti facendo capriole in campo. Uno a zero per noi e palla al centro, ma manca poco: si resiste, adesso attaccano forte ma non riescono a fare neanche un tiro in porta. Finita 1-0: noi ci guadiamo in faccia e ci mettiamo a ridere, uno dei genoani senza fiato, ricorda le prime parole dette il giorno prima: ma non era un torneo parrocchiale?. Mezz'ora di riposo e ci tocca un altro match che finirà 0-0 con la nostra difesa questa volta impegnata molto di più: il nostro portiere si guadagna non la pagnotta ma da queste parti si va a birra e offre il Genoa ! Terza ed ultima partita: si scende in campo addirittura con la possibilità di arrivare in semifinale, e ci arriviamo dopo un altro 0-0. 

Ormai ci hanno riconosciuto: siamo i soliti catenacciari, facciamo di necessità  virtù: la storia si ripete anche in semifinale dove arriva il terzo 0-0: si va ai calci di rigore che vengono vinti e siamo in Finale!

Nessuno ci crede neanche gli organizzatori della 5. Herren che sono stati buttati fuori da Werder Brema che incontreremo in finale. Negli spogliatoi ormai siamo allo stremo: alcuni vorrebbero dare partita vinta. Io ed altri 2 giocatori entriamo già con i crampi alle gambe: sono ormai 4 ore che siamo sotto il sole, fiumi di birra e qualche panino con le aringhe al massimo. Ma ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare: i cugini sono stati giustamente e sportivamente umiliati, il gol viene ormai raccontato sulle tribune come se fosse stato fatto da Del Piero o da Totti che i nostri amici tedeschi li conosceranno di li a poco, un paio di anni più tardi nel 2006, o forse dovremo citare Skuhravý? 

In verità entriamo in campo come sempre giustamente per lo sport e rispetto di tutti, ci impegniamo fino alla fine: uno dopo l´altro per crampi e contratture varie lasciamo il campo ma anche in questa partita non subiamo nessuna rete. I calci di rigore designano il Werder Brema campione: noi siamo secondi, di fatto centrando uno storico trionfo per noi e per tutti. La coppa che prendemmo fu portata poi a Genoa ma non si hanno notizie dove sia stata esposta. Un anno dopo i genoani furono invitati a Bebelsberg al torneo contro il razzismo ma questa volta forse mancavano i cugini e quello "spirito dell'83" per cui il torneo finì agli ottavi. 

Questo torneo fu precursore delle amicizie italiane dei pirati che iniziarono così ad essere costruite: i genoani furono il primo gruppo che ufficialmente venne a Sankt Pauli per onor della cronaca, ma non ci furono più scambi diretti con la tifoserie se non sporadiche visite. Anni dopo invece arrivarono i doriani, sponda Fedelissimi, che divennero "soci" ufficiali della associazione sportiva del Sankt Pauli. Seguirono i Rude Boys e tante altre tifoserie, sempre unite in quello spirito sankt pauliano.

Uniti si vince!