Chantal, tifosa non vedente, cerca aiuto. In Germania l'avrebbe per legge

08.11.2021 12:00 di  Luca Bolli   vedi letture
Chantal, tifosa non vedente, cerca aiuto. In Germania l'avrebbe per legge

Spulcio qua e là internet, i social, do un'occhiata svogliata alle pagine sportive italiane. Curiosità, aneddoti, alcune strampalate teorie complottiste che invadono il web e qualche notizia semiseria di politica. Dopotutto siamo sempre in Italia. Trovo QUESTA "PICCOLA" STORIA, che nel suo piccolo, però, è interessante; la leggo e ancor prima di finire la mia mente si domanda "dove ho già letto qualcosa di simile?".

Apro tuttostpauli.com e cerco le parole chiavi "non vendenti". Eccolo il pezzo! Scritto magnificamente da Alessandro Gulberti, parla della AFM (Abteilung Fördernde Mitglieder), ovvero la radio dei soci sostenitori del Sankt Pauli, che partendo da un progetto pilota ha dato lo spunto per una legge nazionale che prevede che tutti gli stadi di A/B/C (Erste, Zweite e Dritte Bundesliga) abbiano posti e commentatori per non vedenti e ipovedenti. Oggi quella Radio ha 20 anni di vita.

Magari questa storia non risolverà la situazione di Chantal, tifosa sfegatata del Bologna che, da non vedente, necessita di accompagnatori per gli spostamenti allo stadio; però crediamo lei apprezzerebbe, e con lei tanti altri tifosi, un servizio così preciso e puntuale, totalmente gratuito e bel lontano dalla fredda radiocronaca. La radio non si tocca, sia chiaro - e in Italia in questo senso abbiamo un'istituzione da difendere - ma per chi ama la curva ed è abituato a farsi raccontare la partita da amici-ultras, magari un po' più di "calore", entusiasmo e passione non guasta.

La storia di Chantal è piccola, perché singola, ma siamo certi sia identica a quelle di tanti altri singoli tifosi e tifose che vorrebbero sentirsi un tutt'uno con lo stadio e la curva che frequentano. In Germania è possibile; in Italia una persona deve affidarsi ad un appello sui giornali per cercare aiuto e le stesse emozioni: è evidente che qualcosa stona. Se in Germania in pochi anni si è passati da un'intuizione ad un progetto pilota e poi, nel giro di pochissimo tempo, addirittura ad una legge nazionale che tutela la passione dei tifosi non vedenti, il merito va dato all'associazionismo. Ecco dove siamo ancora arretrati, dove manchiamo da troppi anni e dove non siamo riusciti a fare la strada che porta al riconoscimento di valori e diritti che siano davvero inclusivi e davvero per tutti.