Palestina libera: firma la proposta di legge. Come fare e di cosa si tratta
Sarà attiva fino al 15 maggio 2024 la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Riconoscimento dello Stato della Palestina con capitale Gerusalemme est”. Si può firmare presso i banchetti dell'Associazione Schierarsi, presso gli uffici comunali, gli studi di avvocati e notai aderenti, oppure online, al sito www.associazioneschierarsi.it/palestinalibera, accedendo con SPID, CIE o altri metodi di identificazione digitale.
Una raccolta firme poco pubblicizzata e passata piuttosto sotto traccia, questa per la Palestina Libera, ma che sta avendo però una buona risposta dai cittadini ed ora chiede lo sprint finale per raggiungere l'obiettivo delle 50.000 firme.
“L’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme est come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.” Questo il testo dell'art 1 della proposta di legge che vuole dare consistenza alle tante, belle, ma vuote parole che i rappresentati politici, non solo nazionali, ci propinano ad ogni riacutizzarsi delle tensioni in Medio Oriente.
Persino Meloni, in una delle sue rare uscite da (mediocre) statista ha dichiarato che “il Popolo Palestinese deve avere il diritto a essere una Nazione che si governa da sé, in libertà, accanto a uno Stato di Israele al quale deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e il diritto alla sicurezza. Su questo l’Italia è pronta a fare assolutamente tutto ciò che è necessario”.
Ciò che è necessario in questo momento è riconoscere finalmente lo Stato di Palestina, dare a quel popolo uno strumento valido per combattere, almeno sotto l'aspetto diplomatico, ad “armi pari”. È un passo importante ed imprescindibile per dare un freno al genocidio ed ai soprusi sionisti.
Le 139 le nazioni che oggi riconoscono lo Stato di Palestina rappresentano il 70% dei membri delle Nazioni Unite e l'80% circa della popolazione mondiale. Poi ci sono stati extraeuropei, anche importanti, che intrattengono relazioni diplomatiche con l'ANP pur non riconoscendo di fatto lo Stato Palestinese. Accanto a questi l'Europa, che mantiene una atteggiamento ambiguo pur esprimendo pareri favorevoli per un riconoscimento formale, ma spingendo principalmente per accordi di pace ed una “soluzione dei due Stati” ex post. Il riconoscimento ex ante, però, darebbe pari dignità ai due interlocutori seduti al tavolo per la pace.
A breve Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia potrebbero fare il grande salto, unendosi così alla Svezia e ad alcuni stati europei appartenenti all'ex blocco sovietico.
Speriamo che questa raccolta firme possa avere successo per dare una spinta decisiva al riconoscimento dello Stato di Palestina anche da parte italiana.