Piantedosi e l'inadeguatezza italiana di fronte al tifo europeo

30.03.2023 17:39 di  Roberto Consiglio   vedi letture
Piantedosi
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"Olandesi sì, Olandesi no”: è questo il nuovo tormentone, ripreso da una celebre canzone diventata famosa grazie ad un remake della Curva Sud giallorossa dopo la finale di Conference League vinta a il 25 maggio 2022 a Tirana contro la squadra olandese del Feyenord. I due team calcistici si rincontreranno, il 13 e 20 aprile prossimi, per i quarti di finale della Europa League, la seconda competizione calcistica internazionale più importante che si tiene nel Vecchio Continente.

Con l'avvicinarsi di questo evento però, ed aggiungiamo noi purtroppo, più che parlare di come le due squadre ci si stanno avvicinando, che tipo di partite saranno e  quali potrebbero essere i giocatori decisivi, ci si sta concentrando, soprattutto entro i confini nazionali del Bel Paese, su una questione extra-calcistica. Da alcuni giorni infatti il tema centrale è se permettere o no, ai tifosi della città di Rotterdam, di arrivare a Roma per supportare i loro beniamini nella gara di ritorno in programma il 20 aprile.

Una scelta che secondo vari esponenti politici nostrani, dal sindaco della Città Eterna Roberto Gualtieri fino all'attuale Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, è dettata da alcuni pericolosi precedenti tra le due tifoserie. Era infatti il febbraio 2015, e le due squadre si affrontarono sempre in Europa League, quando i supporter olandesi arrivarono a Roma e devastarono la zona di Piazza di Spagna compiendo anche danni importanti su un monumento storico come la Barcaccia del Bernini.

Una situazione che comportò anche problemi nella gara di ritorno, in cui i tifosi giallorossi cercarono, senza riuscirci, di vendicarsi per lo smacco ricevuto. Anche in occasione della finale di Conference dello scorso maggio, nei giorni precedenti il match del 25 maggio, si levarono varie grida di allarme che poi, guarda un po', si rivelarono del tutto infondate e la serata fu una vera goduria per i supporter accorsi dalla Città Eterna.

La questione però si ripresenta ed ancora una volta, almeno secondo chi scrive, viene affrontata in maniera del tutto inadeguata per varie ragioni.

La prima è che ci stiamo preparando a vedere i quarti di finale della seconda competizione calcistica internazionale europea: non certo una partita di poco valore insomma. Farla svolgere senza la presenza dei tifosi ospiti a Roma sarebbe una sconfitta per tutti visto che i tifosi, soprattutto in contesti internazionali, rappresentano l'anima delle partite e possono anche cambiare il destino del match stesso grazie al loro supporto.

Secondo punto in questione è ciò che è successo il 15 marzo scorso a Napoli in occasione del ritorno degli ottavi di Champions League tra il team partenopeo e i tedeschi dell'Eintracht di Francoforte. Ai tedeschi venne infatti vietata la trasferta poche settimane prima della data di svolgimento del match.

Da lì nacque un vero e proprio caso diplomatico tra Berlino e Roma. Ma soprattutto arrivarono comunque centinaia di supporter da Francoforte a Napoli che, nel giorno del match, non  potendo entrare allo stadio diventarono i protagonisti principali di violenti scontri con la polizia, con annessi danneggiamenti a numerose piazze centrali ed esercizi commerciali che si trovavano sul loro cammino.

Per i tedeschi, infatti, ma anche per altre tifoserie di tutti i campionati europei, è una cosa inconcepibile che si decida di chiudere un settore ospiti per un match di coppa europea. Questo perchè, come spiega da sempre in modello del St Pauli, i club europei si legano ai loro tifosi a 360° e portano avanti una cultura sportiva che comprende, anche e soprattutto, il rispetto per l'avversario e della città che ospita la propria squadra. Non a caso i tifosi dell'Eintracht sono famosi, da sempre, per seguire la loro squadra in massa in ogni gara giocata fuori da Francoforte (e problemi, almeno finora, li hanno avuti solamente nel 2017 quando si recarono a Roma per incontrare la Lazio in un match di Europa League).

La connessione tra club e tifosi in Germania, ed anche qui il modello dei pirati di Amburgo è stato uno dei più seguiti, è portato avanti grazie alla cosiddetta Fanlanden: un coordinamento dei tifosi che, tra le altre cose, gestisce i biglietti ed organizza le trasferta per i suoi associati nel modo più sicuro possibile. Ben altra roba rispetto al modello italiano dove, oltre alla chiusura dei settori ospiti, si punta a tessere nominative che però, da 10 anni a questa parte, hanno portato solo ulteriori problemi e non hanno certo limitato il problema del tifo violento.

Ma una cosa mi chiedo in chiusura del pezzo. Se un Ministro dell'Interno non riesce a gestire l'arrivo, tra qualche settimana e non tra qualche ora, di massimo 5000 supporter olandesi (questo è il massimo della capienza del settore ospiti dello stadio Olimpico) come può pretendere che all'Italia vengano assegnati gli Europei del 2032? Perchè in queste ultime settimane, tra le altre cose, il Belpaese ha deciso di candidarsi all'organizzazione di questo grande evento.

Sappiamo che ora il titolare del Viminale è impegnato, o lo è stato in passato, ad occuparsi dei veri problemi degli italiani come “l'invasione dei clandestini” e il blocco dei rave party... però, ecco, il dubbio rimane.