Da St Pauli al... Salento. Cronaca di una trasferta da inviato di TuttoStPauli

13.02.2023 20:49 di Roberto Consiglio   vedi letture
Da St Pauli al... Salento. Cronaca di una trasferta da inviato di TuttoStPauli

Simu salentini de lu munnu cittadini”: sono queste le prime parole che mi vengono in mente quando peso alla mia prima trasferta, come inviato di TuttoStPauli, a cui ho avuto il piacere di prender parte.

Sabato 11 febbraio mi sono recato presso la tribuna stampa dello stadio Via del Mare per assistere alla partita tra l'US Lecce e l'AS Roma. Il match in questione, per la cronaca, è terminato 1-1. Dopo l'iniziale vantaggio dei padroni di casa su calcio d'angolo, grazie ad una spizzata del difensore salentino Federico Baschirotto in cui è risultata decisiva la deviazione del difensore romanista Roger Ibanez, la squadra di Josè Mourinho ha trovato il pareggio grazie ad un rigore trasformato da Paulo Dybala e causato da un tocco di mano in area di rigore del leccese Strafezza.

Ma più per quello che è successo sul terreno da gioco vorremmo far vedere anche come, nel profondo sud dell'Italia, ci siano alcune caratteristiche calcistiche che richiamano il mondo del nostro amato St Pauli. US Lecce, ad esempio, sta per Unione Sportiva Lecce: una forma di associazionismo sportivo di cui la squadra del popolare quartiere di Amburgo è, da anni, un vero e proprio modello a livello globale. Nel Belpaese però, al contrario di quanto accade in Germania, a farla da padrone ci sono solamente spa (società per azioni) e srl (società a responsabilità limitata). In questo caso a decidere come organizzare e guidare la società ci sono i capitali, il mero guadagno e soprattutto il famoso “dio denaro”.

A St Pauli invece, a prevalere, è la s.a.p.a. (società in accomandita per azioni). A decidere ci sono due tipi di soci: attivi e passivi. I primi sono coloro che, oltre a dare un contributo finanziario alla squadra, praticano anche un'attività sportiva all'interno del club. I secondi, invece, aiutano solamente dal punto di vista finanziario ma non prendono parte ad alcuna attività sportiva. In Germania, grazie ai loro contributi, i soci possono tranquillamente dire la loro per quel che riguarda la gestione del club. Ad esempio, visto che siedono nel consiglio di amministrazione dell'associazione sportiva, eleggono i dirigenti ed il presidente della squadra. In poche parole ciò che conta non è il capitale ed il mero guadagno ma le persone che stanno dietro al club e lo sostengono sotto numerosi punti di vista. Il capitale ci sta ma viene messo a disposizione e gestito dai soci attivi e passivi e, per questo motivo, ricopre un ruolo di secondo piano.

Ma, in Italia, non si è deciso di seguire questa linea capitalista da sempre. L'associazionismo sportivo che metteva in prima linea le persone era un realtà parecchio diffusa anche dalle nostre parti fino al 1981. In quell'anno, però, venne emanata una legge che bloccava di fatto questo tipo di gestione dei club. Con tale legge, in teoria, si puntava a professionalizzare le esistenti associazioni sportive...alla fine, però si lasciò carta bianca al solo capitalismo che pian piano ha iniziato ad infettare il panorama calcistico nostrano fino a far piazza pulita nell'epoca attuale.

Un'altra caratteristica del Lecce che mi ha fatto tornare in mente il St Pauli è stata la passione dei tifosi salentini nel corso del match a cui ho assistito. I supporter giallorossi, inoltre, seguono la loro squadra in trasferta in massa come fanno gli stessi pirati anseatici (che, lo ricordiamo, durante l'ultima trasferta a Norimberga a fine gennaio erano più di 4000). I leccesi, purtroppo, non hanno potuto seguire i loro beniamini a Cremona durante la precedente giornata di campionato per un'assurda decisione. Visto che i baresi, in quello stesso weekend, si dovevano recare a Ferrara per il match con la Spal si è deciso di vietare la trasferta ad entrambe le tifoserie la trasferta. Troppo alto, per chi ha il potere di decidere queste cose, era il rischio che le due tifoserie si incontrassero in autostrada per scontrarsi vista la loro acerrima rivalità. E così, ancora una volta, si è deciso di attuare la repressione che ben conosciamo entro i confini nazionali.

Se solo si prendesse a modello ciò che sta facendo il St Pauli che segue i tifosi a 360° gradi, 365 giorni l'anno e 7 giorni su 7. In questo modo gli ultras del Jolly Roger crescono seguendo modelli come antifascismo, antisessismo ed antirazzismo che hanno portato al quasi annullamento della questione “tifo violento” in Germania. Per dire la loro su questa assurda decisione i tifosi leccesi hanno cominciato a sostenere la loro squadra dal 10 minuto del primo tempo dopo aver lanciato alcuni fumogeni e bomboni in campo.

Contemporaneamente nella curva dello stadio di Via del Mare, occupata dagli ultras giallorossi, non si è vista nessuna pezza se non alcuni striscione che recitavano “contro questo calcio” e “liberi di viaggiare, liberi di scontrarsi, ultra lecce”. Insomma, un vero e proprio attaccamento e passione contraddistingue queste due tifoserie. Tutto ciò nonostante le due squadre in questione non si siano contraddistinte per i risultati ottenuti, nel corso degli anni, sul terreno da gioco. Le basi, insomma, per far partire una associazione sportiva in Salento sembrano esserci tutte.

Qualcuno le ha colte e, nel settembre 2012, a dato vita ad una vera e propria squadra di calcio popolare: lo Spartak Lecce. Questa associazione, dalla sua fondazione, si basa su concetti che sono alla base del modello del St Pauli. Speriamo che continui questo suo bel percorso e riesca a far avvicinare sempre più persone ad un modello sportivo alternativo.

Grazie US Lecce e Forza Salento!