Le lattine del Lipsia in Germania non le vuole nessuno: in Italia osannate

24.08.2022 21:17 di  Massimo Finizio   vedi letture
Le lattine del Lipsia in Germania non le vuole nessuno: in Italia osannate

Al momento del sorteggio di Coppa (DFB Pokal) molti si misero contro il Sankt Pauli perchè non aveva consesso il campo di calcio al Teutonia, squadra di quartiere di Amburgo Altona per la sfida contro Lipsia: nel primi due turni per regolamento la squadra più debole gioca sempre in casa in gara secca. Come al solito 

i siti di informazione danno sempre notizie errate o non complete. Il Teutonia si è qualificato come vincitore della coppa regionale (equivalente della coppa regionale della nostra LND) non ha il campo con i requisiti richiesti: per questo ha cercato prima nella città di Amburgo, ricevendo la ferma ma anche gentile risposta politica dei Pirati: "Sul nostro stadio non possiamo far giocare chi non ha uno statuto aperto a tutti, chi nasconde nel proprio simbolo sportivo un marchio pubblicitario, ed anche chi ha o sostiene delle guerre". 

Pochi sanno che il Teutonia ha tra gli sponsor anche alcuni marchi vicino agli oligarchi russi di San Pietroburgo (marchio eliminato ultimamente). Per cui la risposta del Sankt Pauli era logica ed attendibile. I nostri grandi siti italiani invece hanno polemizzato con i pirati, dimenticando che invece i nostri cugini, in maniera più fine e meno diretta, hanno semplicemente alzato l'eventuale costo di affitto dello stadio onde rendere improponibile l'affare. 

Anche altri stadio nella città sarebbero potuti essere presi, guarda caso il primo stadio che aveva detto di sì, era ad oltre 400 km da Amburgo, ed a solo 70km dalla stessa Lipsia. Ieri notte invece alcuni tifosi sicuramente che non amano il Lipsia (qui in Germania nessuno ama le lattine austriache di Salisburgo) hanno cosparso di acido il campo di gioco rendendolo impraticabile. In precedenza ricordiamo che anche il Dortmund aveva comunicato di non voler fare nessuno scambio ideologico e sportivo con i commercianti di Salisburgo (Lipsia, ndr), che il Friburgo il giorno della Finale si era rifiutato come da decennale tradizione, di affiancare il proprio logo a quello delle lattine (link finale), che il Ds del Mainz più volte aveva detto che il Lipsia sportivamente non faceva parte della tradizione storico sportiva della Germania richiedendo, come tutti, la loro esclusione dalle competizioni sportive ufficiali. In particolare questa tesi viene sempre ricordata da tutti i mass media tedeschi, meno da quelli nostri italiani. 

La DFB per cui è stata costretta, prima volta nella storia, a far giocare in casa non la squadra amatoriale ma proprio le lattine austriache. Ma anche a Lipsia loro non sono a casa, tutte le associazioni sia regionali che della città storiche non li possono proprio vedere, come il Lokomotiv che nel 1990 portò allo stadio contro il Napoli di Maradona oltre 90.000 spettatori in Coppa Uefa (link): oggi il Lipsia ha una media tra le più basse della Germania, circa 30.000 in pratica come i Pirati in serie B (ma Millerntor fa tutto esaurito). Citiamo anche il Chemie ed altre associazioni sportive come la Stella Rossa di Lipsia sono più radicate della furbacchiona lattina di plastica. 

Domenica scorsa le lattine erano di scena a Berlino Est, contro l'Union: tifoseria che ha preso di mira, denotando spirito critico inimmaginabile in Italia, i trasferimenti tra Salisburgo e Lipsia, entrambe nella sfera di influenza della bevanda energetica. Sono 19 in pochi anni i giocatori scambiati tra le due realtà che formalmente risultano entità separate e indipendenti ma con questo rapporto ben particolare. "Trasferimenti equi e senza strutture collegate? Chi ci crede, spera che gli crescano le ali" recitava uno striscione che faceva il verso al celebre slogan delle lattine.