Lo sport in Germania resta sport popolare - Il 50+1 resta rafforzato

07.06.2021 11:51 di  Giuseppe Leotta   vedi letture
Lo sport in Germania resta sport popolare - Il 50+1 resta rafforzato

Da molti mesi la commissione parlamentare sulla concorrenza si doveva pronunciare sul tema delicato dello sport. Oggi hanno cominciato a venire fuori alcune indiscrezioni, dato che la commissione non ha ancora comunicato alcuna decisione, secondo cui nel testo ufficiale si evidenzierebbe la tesi dello “sport popolare” come essenziale ed inderogabile.

Kim Manuel Künstner, avvocato specialista su concorrenza, fusioni di associazioni ed imprese, che rappresenta inoltre i diritti delle stesse imprese presso la commissioni europee e presso l'Alta Corte di Giustizia Europea, basandosi sulle poche voci ed informazioni ad oggi in possesso della stampa, ha dato un importante contributo per capire il documento che sta per essere presentato.

La Commissione era stata chiamata a dare un giudizio sull'eventuale illegittimità della DEROGA del 50%+1, in quanto contraria alle leggi sulla concorrenza, e quindi anche sulla possibilità di una sua abrogazione (approfondimento). In particolare è stata chiamata ad esprimersi sulla riorganizzazione di alcune associazioni sportive, riorganizzate di recente da altrettante imprese dopo decenni di solido associazionismo (Link report Wolfsburg) come il Wolfsburg, il Leverkusen e l'Hoffenheim

Ricordiamo che il problema statutario della “associazione Lipsia” non rientra in questo caso, in quanto "ufficialmente” costituita ancora come associazione sportiva, seppure con molti problemi da risolvere in questo senso.

Il giudizio della Commissione sulla deroga è altamente positivo, data l'enorme importanza sociale, sportiva ed economica della partecipazione (non sul modello azionistico, ma popolare) dei soci, che devono restare il cardine delle associazioni sportive. Una grande vittoria, quindi, della tradizione sportiva e dello sport.

Künstner spiega molto bene il "valore" e la forza popolare che lo sport tedesco può vantare grazie a questa organizzazione dal basso, fermo restando l'allarme della Commissione, secondo cui la suddetta deroga deve essere migliorata: la DFL (Lega Calcio Tedesca), una volta uscito il testo ufficiale, dovrà apporre alcuni correttivi. Quali sono?

Innanzitutto la deroga dovrà essere più chiara nei termini (siamo in Germania non certo in Italia, dove spesso le leggi non le capiscono nemmeno coloro che le scrivono e votano); dovrà specificare meglio le modalità ed i tempi per cui alcune associazioni possono essere scorporate e “sottoposte” a delle imprese (vedi Leverkusen e Wolfsburg). Dovrà essere specificato che se l'impresa non dovesse più sostenere lo sport popolare, potrebbe addirittura perdere il proprio affidamento: per la Commissione, infatti, resta fondamentale che lo sport sia sempre di natura popolare e sociale. Parole sante per noi, ma praticamente sconosciute nella bella penisola.

La Commissione – e questo per noi è un punto altrettanto importante – consiglia chiaramente alla Lega una divisione più equa dei diritti televisivi e delle sponsorizzazioni, così da evitare una concorrenza sleale. Udite udite, sarebbe come sentirsi dire, per il calcio italiano, “vi state azzuffando per un tozzo di pane”.

Non è detto che questa indicazione della Commissione Parlamentare non arrivi anche in Europa e magari risuoni come monito per quanto accaduto di recente con la Superlega, dove lo sport non veniva inteso come un valore popolare, ma piuttosto come un mero business di pochi.

Il nostro bravissimo avvocato e specialista di diritto sulla concorrenza propone anche un esempio per meglio comprendere la situazione sulla ripartizione degli sponsor e dei diritti televisivi: stiamo giocando a monopoli, uno ha un paio di hotel, mentre gli altri pagano e basta, prendendo solo i pochi soldi dal passaggio dal via che bastano, forse, per sopravvivere (finché non arriva l'imprevisto).

Per un sistema economico e concorrenziale più equo, sarebbe bene che tutti partecipassero allo sviluppo sportivo ed economico.

Il Sankt Pauli, anche in questo caso, ha un posto in prima fila e da protagonista, garante come sempre dello sport, del sociale ed anche - perché no – dell'economia solidale!