Weston McKennie campione contro razzismo e discriminazione

25.10.2020 15:32 di Flavio Villani   vedi letture
Weston McKennie
Weston McKennie
© foto di © trollfootball.me

È sceso in campo con la fascia al braccio Justice for George alcuni giorni dopo la morte di George Floyd e lo scorso 7 settembre, durante la presentazione ufficiale, ha rincarato la dose:

Ho cercato di avere un ruolo importante, soprattutto in Germania, per questo movimento [Black lives matter, ndr]. Vogliamo cercare di intervenire il più possibile. Ho ricevuto sostegno per la posizione che ho adottato in questo movimento. Anche se sono in un Paese diverso non vuol dire che non possa portare avanti quello in cui credo.

Il nuovo acquisto della Juventus Weston McKennie ha incontrato qualche difficoltà a inserirsi nel campionato italiano e, come se non bastasse, è risultato positivo al tampone. Ieri è arrivata la notizia della sua guarigione e la redazione di tuttostpauli non vede l’ora di vederlo tornare campione in campo e fuori dal campo contro il razzismo e la discriminazione.

Ospitiamo un profilo del giocatore a cura dell’esperto di calcio giovanile Massimiliano Palma (worldfootballscouting.com):

Accolto dalla stampa italiana come il nuovo Edgar Davids, paragone molto impegnativo, il classe 1998 nativo di Little Elm (Texas), ha comunque tutte le qualità per fare bene in Italia e, con ogni probabilità, riuscirà a non fa rimpiangere Blaise Matuidi, trasferitosi la scorsa estate negli Stati Uniti.

McKennie è arrivato a Kaiserslautern a cinque anni con la famiglia al seguito del padre, militare nella base aerea di Ramstein. A Kaiserslautern è rimasto tre anni, che si sono rivelati decisivi per far crescere in lui la grande passione per il calcio.

Avevo sei anni, volevo stare fuori dai guai, ha raccontato Weston, a volte andavo dall’altra parte della strada con mio fratello per giocare a calcio. È stato allora che ho incontrato il mio primo allenatore. Mi ha invitato a giocare nella squadra del villaggio locale. Lì è iniziato tutto.

Intuizione dell’allenatore del settore giovanile del FC Phönix Otterbach, David Müller, che ricorda bene quel momento:

Nella prima partita Weston ha segnato otto gol. Lo abbiamo spostato con il gruppo dei ’96. Finché era lì, non abbiamo perso una partita. Penso che la mentalità che ha ora provenga molto da questo periodo perché io non ero un allenatore a cui piacevano le scuse.

Tornato negli States, a undici anni è entrato nell’academy dell’FC Dallas, dove dimostra di eccellere sia nel calcio, sia nel football americano.

Il giorno del suo diciottesimo compleanno viene ingaggiato dallo Schalke 04, che lo inserisce con profitto nella squadra Under 19, dove mette in luce grande versatilità, dinamismo e personalità. L’esordio in Bundesliga nell’ultima giornata della stagione 2016/2017, quando Markus Weinzierl gli regala un quarto d’ora contro l’Ingolstadt. Da quel momento Weston inizia la scalata che lo porta a essere titolare dello Schalke, dove resta 4 anni, e della nazionale americana, fino a passare alla Juventus per 18,5 milioni più 7 milioni di possibili bonus.

E se fossi rimasto in Alaska? Western McKennie si confessa a The Players’ Tribune, forse questa storia sarebbe stata su Weston lo snowboarder. Me lo immagino. O forse … non lo so, sarei su una slitta trainata da cani di livello mondiale. Vincerei un mucchio di iditarod. Sai, quella grande corsa di slitte trainate dai cani in Alaska. In ogni caso sarei stato il migliore, ho sempre voluto esserlo, dall’America all’Europa. Ci penso davvero di tanto in tanto. Perché la vita è strana e a volte devi solo sfruttare al massimo ciò che hai.